MAGMA E NUTRIENTI
Il magma che fuoriesce dai vulcani sottomarini rappresenta l’innesco chimico per la produzione di nutrienti, che sono indispensabili per il ciclo della vita sul nostro pianeta. Dall’osservazione dai satelliti si può notare come la corrente del Golfo, raffreddandosi, arrossa gli aceri del New England e fa perdere loro le foglie. Sei mesi dopo all’altra parte del mondo un’altra corrente quella di Kuroshio, la seconda corrente oceanica più grande al mondo, dopo quella circumpolare antartica, inizia a scaldare, e in tutto il Giappone avviene la fioritura degli alberi di ciliegio: processi simili si verificano in tutto il mondo governando i cicli stagionali della vita sulla terra. Visti dallo spazio, l’oceano e l’atmosfera sono collegati intrinsecamente; un sistema continuo tenuto insieme dall’acqua, della quale 12.000 miliardi di tonnellate fluttuano nell’aria costantemente. 2500 metri sotto la superficie, sul fondo dell’Atlantico, si snoda una catena di vulcani sotterranei, tutt’intorno fuoriescono lava e gas incandescenti: la fine di un viaggio durato 25 milioni di anni, cominciato dal nucleo della terra. Questo mondo sottomarino, acido e tossico, in cui la pressione è centinaia di volte più alta rispetto alla superficie del mare, è il luogo dove viene plasmata la chimica di base della vita. I gas, che normalmente evaporerebbero, reagiscono energicamente con l’acqua marina, densa ed ossigenata, dell’Antartide. I minerali caldi che hanno viaggiato nel ventre del pianeta tanto a lungo si dissolvono nell’acqua dell’oceano: ora reagiscono con l’ossigeno, diventando potenti materiali chiamati “nutrienti”. L’acqua marina, ora impregnata di minerali del nucleo terrestre, emerge dalle sorgenti idrotermali: le creature viventi corrono per accaparrarsela e i batteri sono i primi a colonizzare la sorgente. Questi minuscoli organismi prosperano in condizioni tanto fertili, ben presto altre creature cominciano a cibarsi dei micro organismi ed a loro volta diventano il pasto di qualcun altro. Questi organismi sono talmente abbondanti che non possono essere sfruttati tutti quanti nelle vicinanze delle sorgenti idrotermali, allora le correnti oceaniche trascinano via il surplus, trasportandolo nei mari di tutto il mondo, ed alla fine in superficie. Nei mari pescosi del Perù le profonde correnti oceaniche salgono in superficie, e quando si avvicinano alla placca continentale americana, portano con loro abbondanti nutrienti: Il fitoplancton. Sono microscopici organismi vegetali che usano sia l’acqua ricca di nutrienti, sia i raggi solari: contemporaneamente l’anidride carbonica si dissolve nell’aria dando a queste creature monocellulari tutto il necessario per prosperare e riprodursi. Ora si moltiplicano fino a diventare miliardi. Ciò che è nato come un piccolo banco di plancton, prolifera in maniera esponenziale e presto diventa ben visibile in superficie. Visto dallo spazio, nel giro di sole 24 ore, 500 km² di oceano passano dal blu al verde; il plancton innesca così una delle frenesie alimentari più importanti del pianeta. Tale abbondanza di nutrienti, presenti in tutto il mondo, innescano nuove esplosione di plancton: le fioriture di plancton arrivano a coprire un quinto delle acque del pianeta. Il plancton è alla base della catena alimentare che trasferisce i minerali della terra direttamente alle miliardi di tonnellate di creature che popolano gli oceani. I minerali che hanno circolato per milioni di anni nel ventre del pianeta ora diventano i tasselli essenziali della vita sottomarina. Nelle 24 ore successive, il plancton, che non è stato divorato, sprofonda nuovamente negli abissi, portando con sé il carbonio e i minerali ingeriti, sui fondali oceanici: qui resterà per migliaia di anni, formando uno spesso strato di minuscole carcasse ad un km di profondità. Più tardi, durante la fase successiva del processo, molte riemergeranno e formeranno le sostanze chimiche necessarie alla continuazione del ciclo della vita sulla terra: ma in un modo ancor più inaspettato e spettacolare. Tale meccanismo gioca un ruolo cardine nel plasmare il cibo che assumiamo e l’aria che respiriamo.